La Cucina Italiana entra a pieno titolo tra i patrimoni immateriali dell’umanità, confermando che il cibo non è solo nutrimento, ma anche cultura, storia e futuro. Un riconoscimento che celebra la capacità dell’Italia di trasformare la tavola in un luogo di incontro, dialogo e condivisione universale. L’onore è stato ufficialmente ricevuto con l’iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, diventando la prima tradizione gastronomica al mondo riconosciuta nella sua interezza.
La decisione è stata presa all’unanimità dal Comitato intergovernativo dell’UNESCO, riunitosi a New Delhi, in India. Secondo la motivazione, la cucina italiana rappresenta una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, un linguaggio universale capace di esprimere amore, cura di sé e degli altri, e di riscoprire radici culturali profonde. È, al tempo stesso, un ponte che permette alle comunità di condividere la propria storia e di raccontare il mondo che le circonda.
La candidatura è stata promossa dal Collegio Culinario Associazione culturale per l’enogastronomia italiana, in collaborazione con Casa Artusi, l’Accademia della Cucina Italiana e la rivista La Cucina Italiana. L’obiettivo è stato di valorizzare i principi che da sempre caratterizzano la tradizione gastronomica italiana, come il contrasto allo spreco alimentare e la riduzione del consumo di risorse, rendendo la cucina un modello di sostenibilità e responsabilità ambientale.
Con questo nuovo riconoscimento, l’Italia porta a 19 gli elementi iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale, cui si aggiunge un elemento nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia. A livello globale, l’UNESCO ha riconosciuto finora 788 elementi in 150 Paesi, confermando la straordinaria ricchezza delle tradizioni culturali che compongono il mosaico dell’umanità.
La cucina italiana è considerata inclusiva, capace di superare barriere culturali e generazionali. Non è soltanto un insieme di ricette, ma un vero e proprio modo di vivere, che unisce convivialità, creatività e rispetto per la natura. Il riconoscimento dell’UNESCO è anche un tributo al saper fare delle imprese agro-alimentari italiane, ambasciatrici nel mondo non solo del cibo, ma della cultura e della società italiana.
Durante la missione in India, il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha partecipato alla seduta di esame della candidatura, sottolineando come questo traguardo rappresenti un motivo di orgoglio per l’Italia e un invito a continuare a promuovere la nostra tradizione gastronomica come simbolo di sostenibilità, diversità e identità culturale.